Ho conosciuto Lorenza nel 2003, quando ho debuttato alla Scala come cantante nella Piccola volpe astuta. Quando sono tornato da regista ho subito capito che Lorenza sarebbe diventata una sorta di cartina di tornasole del mio lavoro, capace di aiutarmi a comprendere il livello di narrazione e di complicazione tecnica dei miei spettacoli. Ma la sua intelligenza e il suo rigore non le impedivano di mantenere un candore e, se vogliamo, un desiderio di giocare con il teatro. Credo sia questo aspetto del to play e del jouer che ci ha subito permesso di riconoscerci. Ricordo che dopo aver presentato il progetto di Macbeth l’anno scorso [2021] ho passato tutta l’estate a ricevere i suoi vocali sulla nostra chat, con commenti entusiasti che rivelavano il suo desiderio di cominciare, come un appassionato di serie televisive che aspetta con impazienza l’ultimo episodio. Il suo rigore e la sua serietà hanno reso unica la mia esperienza sul palcoscenico della Scala. Un luogo in cui ho incontrato i migliori astisti del mondo. E non parlo solo dei cantanti, ma dei tecnici di palcoscenico, che la rispettavano e la temevano. Quando parlo di Lorenza faccio sempre fatica a non commuovermi, e non è solo questione di stima o di amicizia, ma qualcosa di più: in lei avevo trovato una compagna di gioco insostituibile.
I met Lorenza in 2003, when I made my debut at La Scala as a singer in The Cunning Little Vixen. When I returned as a director I understood immediately that Lorenza would become a sort of litmus test of my work, able to help me understand the various levels of narration and the technical complications of my shows. But her intelligence and rigor did not prevent her from maintaining a candor and, if you like, a desire to play with the theatre. I think it is this aspect of hers, the giocoliere, the jouer, that immediately allowed us to recognize each other. I remember that after presenting the project for Macbeth last year I spent the whole summer receiving her voice messages on our chat, with enthusiastic comments that told of her desire to get started, like a television series fan of looking forward to the last episode. Her rigor and seriousness made my experience on the La Scala stage unique, a place where I have met the best artists in the world: And I’m not just talking about the singers, but also the stage technicians, who respected and even feared Lorenza. When I talk about Lorenza I always have to struggle with my emotions, and it’s not just a matter of esteem or friendship, but something more: in her I had found an irreplaceable playmate.