Category: Memories of a Theatrical Life

Opera Magazine:

Obituary – Lorenza Cantini – Italian stage director, in Milan, on November 20th [2021], aged 63. She was born in Milan on 23 July 1958 and learnt her craft as a stage director at the Accademia del Piccolo Teatro, becoming a writer and actress in the milieu of the Roman avant-garde at the end of the 1970’s. In 1980 she took up an apprenticeship at La Scala and rapidly distinguished herself over the following years, most notably in her work with Franco Zeffirelli, whom she assisted in the historic La Scala productions of Pagliacci and Cavalleria rusticana and Turandot, which she revived on La Scala’s international tours to Tokyo and Moscow. She was appointed La Scala’s resident stage director in 1986 at the age of 28. In this capacity she went on to be an indispensable collaborator over 35 years for La Scala’s guest stage directors, who found in her experience, wisdom and decisiveness. Her tenure in the theatre embraced the musical directorships of Riccardo Muti, Daniel Barenboim and Riccardo Chailly. Just a few of the many stage directors whom she assisted and collaborated with at La Scala were Pierre Audi, Luc Bondy, Robert Carsen, Roberto De Simone, Emma Dante, Claus Guth, Yannis Kokkos, Davide Livermore, Pier Luigi Pizzi, Pier Luigi Pier’Alli, Mario Martone, Damiano Michieletto, Luca Ronconi, Emilio Sagi, Jérôme Savary and Graham Vick. Cantini directed several productions at La Scala in her own right, including Paolo Aretino’s Passione and Bejamin Britten’s The Little Sweep. The last of her Scala productions were the children’s shows in streaming during the Covid lockdowns. Periodically she revived La Scala productions in many other of the world’s major opera houses and she also directed opera productions in Rome, Bologna, Florence, Como and Palermo, as well as in theatres in the US and Korea. She wrote three opera librettos, two librettos for ballets and four plays. She died of a sudden brain hemorrhage. 

Robert Carsen remembers Lorenza at La Scala:

Ho incontrato Lorenza il mio primissimo giorno alla Scala, quando presentai Les dialogues des Carmélites. Da quel momento ho fatto con lei ogni produzione fino a Giulio Cesare in Egitto nel 2019. Ricordare Lorenza per me significa ricordare il modo in cui gestiva il lavoro: era completamente coinvolta in ogni aspetto della produzione. La sua opinione era sempre puntuale ed efficace perché sapeva supportare un regista nella fase più delicata, quella della creazione, in cui si è ancora indecisi su questo o quell’aspetto. Lorenza amava questo teatro [La Scala] e sono sicuro che abbia dato lo stesso tipo di aiuto a tutti i registi che sono passati qui. Avevo l’abitudine di scherzare quando la presentavo ai miei nuovi assistenti. Dicevo: “Questa è la persona che regge davvero la Scala”. E lei rideva sempre. Un aspetto che mi ha molto colpito è il modo in cui è riuscito a formare i suoi giovani assistenti e collaboratori, che ha saputo incoraggiare affidando loro sempre molte responsabilità. Mi sono spesso chiesto cosa sarebbe successo alla Scala quando Lorenza fosse andata in pensione, non immaginando la terribile tragedia che c’è stata: la vita è davvero imprevedibile. Ma trovo che sia fantastico il modo in cui la sua famiglia scaligera ha reagito, portando avanti i suoi insegnamenti.

I met Lorenza on my very first day at La Scala, when I presented our production of Dialogues des Carmélites. From that moment I worked on every production I did in the theatre with her until Giulio Cesare in Egitto in 2019. Remembering Lorenza for me means remembering the way she managed her work: she was completely involved in every aspect of the production. Her opinion was always to the point and effective because she knew how to support a director in the most delicate phase, that of creation, in which you are still undecided about this or that aspect. Lorenza loved this theatre [La Scala] and I’m sure she gave the same kind of help to all the directors who passed through here. I used to joke when I introduced her to my new assistants. I would say: “This is the person who really runs La Scala”. And she would laugh. One aspect that struck me very much was the way in which she was able to train her young assistants and collaborators, whom she would encourage by entrusting them with multiple responsibilities. I often wondered what would happen at La Scala when Lorenza retired, not imagining the terrible tragedy the actually took place: life is completely unpredictable. But I find it fantastic the way her La Scala family reacted, carrying on her teachings…

David Livermore talks about Lorenza:

Ho conosciuto Lorenza nel 2003, quando ho debuttato alla Scala come cantante nella Piccola volpe astuta. Quando sono tornato da regista ho subito capito che Lorenza sarebbe diventata una sorta di cartina di tornasole del mio lavoro, capace di aiutarmi a comprendere il livello di narrazione e di complicazione tecnica dei miei spettacoli. Ma la sua intelligenza e il suo rigore non le impedivano di mantenere un candore e, se vogliamo, un desiderio di giocare con il teatro. Credo sia questo aspetto del to play e del jouer che ci ha subito permesso di riconoscerci. Ricordo che dopo aver presentato il progetto di Macbeth l’anno scorso [2021] ho passato tutta l’estate a ricevere i suoi vocali sulla nostra chat, con commenti entusiasti che rivelavano il suo desiderio di cominciare, come un appassionato di serie televisive che aspetta con impazienza l’ultimo episodio. Il suo rigore e la sua serietà hanno reso unica la mia esperienza sul palcoscenico della Scala. Un luogo in cui ho incontrato i migliori astisti del mondo. E non parlo solo dei cantanti, ma dei tecnici di palcoscenico, che la rispettavano e la temevano. Quando parlo di Lorenza faccio sempre fatica a non commuovermi, e non è solo questione di stima o di amicizia, ma qualcosa di più: in lei avevo trovato una compagna di gioco insostituibile.

I met Lorenza in 2003, when I made my debut at La Scala as a singer in The Cunning Little Vixen. When I returned as a director I understood immediately that Lorenza would become a sort of litmus test of my work, able to help me understand the various levels of narration and the technical complications of my shows. But her intelligence and rigor did not prevent her from maintaining a candor and, if you like, a desire to play with the theatre. I think it is this aspect of hers, the giocoliere, the jouer, that immediately allowed us to recognize each other. I remember that after presenting the project for Macbeth last year I spent the whole summer receiving her voice messages on our chat, with enthusiastic comments that told of her desire to get started, like a television series fan of looking forward to the last episode. Her rigor and seriousness made my experience on the La Scala stage unique, a place where I have met the best artists in the world: And I’m not just talking about the singers, but also the stage technicians, who respected and even feared Lorenza. When I talk about Lorenza I always have to struggle with my emotions, and it’s not just a matter of esteem or friendship, but something more: in her I had found an irreplaceable playmate.

Emma Dante greets Lorenza on what would have been her birthday:

Buon compleanno Lory, ti pensiamo in tanti. Manchi al lavoro, manchi negli affetti privati e manchi alla famiglia. Sono tornata in Scala dopo quattordici anni e non è passato giorno che non ti abbia pensato, a te, a noi che insieme creavamo meraviglie. l’Ansaldo era il nostro campo base per strategie belliche. Devo a te soprattutto la riuscita della bellissima Carmen che inaugurò la stagione della Scala nel 2009. Quanto ci siamo divertite, quanto abbiamo penato di fronte all’enormità che avevamo di fronte. Io ero alla mia prima regia lirica e tu mi hai presa per mano accompagnandomi con una generosità e passione che non dimenticherò mai. Eri temuta tu, severa, rigorosissima, ma di una sconfinata tenerezza. Lo so bene e lo sanno quelli che ti amano. Mi manchi molto Lorenza, l’ho detto a Brian, l’ho incontrato da poco e ti ho rivista nei suoi occhi. Le nostre cene, le confidenze, il lavoro che ha impreziosito la nostra amicizia, tutto resta nel mio cuore. Persino i tuoi boccoli neri che al mattino erano vivi per afflosciarsi piano piano fino a sera quando sopraffatta dalla stanchezza salutavi tutti con affetto per tornare dal tuo Brian. Sei nei miei pensieri Lory. Sempre. Tua Emma

Happy birthday Lory, many of us are thinking of you. We are missing you at work, we are missing you in our private lives and your family misses you. I came back to La Scala after fourteen years recently and not a day went by that I didn’t think of you, of we two together, creating wonders. The Ansaldo [rehearsal stage] was the base camp for our war strategies. Above all I owe you the success of the beautiful Carmen that inaugurated the 2009 La Scala season. How much fun we had, how much we suffered in front of the enormity we were facing. I was at my first opera staging and you took me by the hand lead me with a generosity and passion that I will never forget. You were feared, severe, very rigorous, but with unlimited tenderness. I know it well and so do those who loved you. I miss you very much Lorenza, I told Brian, I met him recently and I saw you in his eyes. Our dinners, the confidences, the work that embellished our friendship, everything remains there in my heart. Even your black curls that in the morning were alive and would slowly sag through the day, until evening when, overwhelmed by fatigue, you would say an affectionate goodbye to everyone and return to your Brian. You are in my thoughts Lory. All the time. Your Emma.

Mario Martone on working with Lorenza at La Scala:

Arrivare alla Scala è stato tutt’uno con incontrare Lorenza: in nessun altro teatro in cui mi sia capitato di lavorare c’era una figura così centrale per affrontare uno spettacolo. Lorenza era il baricentro della regia, con una presa fondamentale sul coro e sulla parte tecnica. Tutte le produzioni che ho fatto, a partire da Pagliacci e Cavalleria rusticana, le devo alla sua forza straordinaria: è una cosa che va riconosciuta. Ma oltre l’aspetto più tecnico e professionale si era stabilita tra noi una grande intesa sul piano artistico. Sentivo che mi capiva benissimo, in ogni sfumatura: mi incoraggiava, mi spronava, era davvero una collaboratrice fondamentale, capace di quella pieghevolezza dell’ingegno che le consentiva di rapportarsi ai vari stili dei registi con cui lavorava. Ho sempre avuto la sensazione che il modo in cui mettevo in scena le opere le corrispondesse, che si divertisse. La produzione più complessa che abbiamo realizzato insieme è stata senza dubbio Chovanšcina: ricordo che nel periodo delle prove, quando arrivavo a casa la sera, per almeno quaranta minuti non potevo nemmeno parlare da quanto ero stremato. Senza la sua tenacia e forza d’animo non so se saremmo riusciti a mettere in scena l’opera in quel modo.

For me, arriving at La Scala was all one with meeting Lorenza: in no other theatre where I have worked have I found a figure so central to the staging. Lorenza was the centre of gravity of everything, with a fundamental grip on the choir and on the technical part. All the productions I have done [at La Scala], starting from Pagliacci and Cavalleria rusticana, I owe to her extraordinary strength: it’s something that must be recognized. But beyond the more technical and professional aspect, we also established an artistic empathy. I felt that she understood me so well, in every nuance: she would encouraged me and push me forward, she was really a fundamental collaborator, capable of that flexibility of the intellect that allowed her to connect to all the various styles of the directors with whom she worked. I always had the feeling that the way I staged operas resonated with her, that she was having fun. The most complex production we made together was undoubtedly Chovanšcina [Kovancina]: I remember that during the rehearsal period, when I would arrive home in the evening, for at least forty minutes I was so exhausted I couldn’t even speak. Without Lorenza’s tenacity and resilience I don’t know if we would have been able to stage that opera the way we did.

Pier Luigi Pizzi talks about Lorenza:

Di recente Rai 5 ha mandato in onda Maria Stuarda di Donizetti, una mia produzione del 2008. Mentre i titoli di coda scorrevano sugli applausi scroscianti che salutavano Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci e Francesco Meli, i miei occhi si sono fermati sul nome di Lorenza Cantini. Ci eravamo sentiti prima che se ne andasse, ma era da molto tempo che non la vedevo. Per anni Lorenza è stata al mio fianco in ogni mia produzione scaligera. Era sempre rimasta la stessa ragazzina del primo incontro: appariva minuta e fragile nei suoi semplici panni neri, caracollante sugli alti tacchi degli stivali, la bellissima chioma bruna svolazzante a incorniciare l’ovale perfetto del viso, illuminato sempre da un sorriso rasserenante. Ma nel suo lavoro era tutt’altro che fragile, sempre efficientissima e rassicurante. Tra noi è nata subito una bella amicizia, rallegrata dopo lunghe giornate di prove in Teatro da ottime cene insieme a Brian nelle trattorie milanesi di Porta Garibaldi, il loro quartiere. Serate di chiacchiere e risate rilassanti. Ecco un dato caratteristico del nostro lavoro insieme oltre alla perfetta intesa e la complicità: il dono costante e gratificante dell’allegria.

Rai 5 recently re-broadcast Donizetti’s Maria Stuarda , a production of mine from 2008. As the credits rolled by, over the thunderous applause for Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci and Francesco Meli, my eyes were drawn to Lorenza Cantini’s name. We had spoken just before she died, but I hadn’t seen her in a long time. For years Lorenza had been at my side in all my La Scala productions. She had always continued to be the same girl of our first meeting: minute and apparently fragile in her simple black clothes, characterized by her high-heeled boots, with her beautiful dark hair fluttering about, framing her perfect oval face, always illuminated by a soothing smile. But in her work, she was anything but fragile, always very efficient and reassuring. A beautiful friendship was immediately born between us, cheered up after long days of rehearsals in the theatre by excellent dinners together with Brian in Milan’s trattorias around Porta Garibaldi, their neighbourhood. Evenings of chatter and relaxing laughter. Here is a characteristic of our work together in addition to perfect understanding and complicity: the constant and rewarding gift of joy.

Official La Scala Obituary:

Lorenza Cantini died suddenly in November 2021. Colleagues from the world of Opera and from Teatro alla Scala remember Lorenza with immense affection. Lorenza Cantini was a reference figure for La Scala where, alongside the shock and sense of loss for her sudden death, there prevail feelings of gratitude and appreciation of her life-long work inside the theatre. After graduating as a director at the Accademia del Piccolo Teatro, experiences as a writer and actress in the avant-garde and an apprenticeship at La Scala, she became the theatre’s resident stage director in 1986. In this capacity she was an indispensable collaborator for all La Scala’s guest stage directors over thirty-five years, who found in her experience, wisdom, and decision. Lorenza Cantini directed several productions at La Scala in her own right, the latest of which were the children’s shows in streaming during the lockdowns. Periodically, Lorenza revived La Scala productions in many other of the world’s major Opera Houses. She also directed productions of her own for such institutions as the As.li.co, the Rome Opera, the Comunale di Firenze, the Comunale di Bologna, the Teatro Massimo di Palermo, as well as in theatres in the United States and Corea.

Lorenza Cantini è morta improvvisamente nel novembre 2021. I colleghi del mondo dell’Opera e del Teatro alla Scala ricordano Lorenza con immenso affetto. Lorenza Cantini è stata una figura di riferimento per la Scala dove, accanto al trauma e al senso di perdita per la sua morte improvvisa, prevalgono sentimenti di gratitudine e apprezzamento per il suo lavoro di una vita all’interno del teatro. Dopo essersi diplomata come regista all’Accademia del Piccolo Teatro, alcune esperienze come scrittrice e attrice nell’avanguardia e un apprendistato alla Scala, nel 1986 è diventata il regista collaboratore del teatro. In questa veste è stata una cooperatrice indispensabile per tutti i registi ospiti della Scala per oltre trentacinque anni, i quali hanno trovato nella sua figura esperienza, saggezza e decisione. Lorenza Cantini ha diretto diverse produzioni alla Scala anche come regista titolare. Gli ultimi sono stati gli spettacoli per bambini in streaming durante i lockdown per il Covid. Periodicamente, Lorenza ha ripreso varie produzioni scaligere in molti altri dei principali teatri d’opera del mondo. Ha anche diretto produzioni proprie per istituzioni come l’As.li.co, l’Opera di Roma, Il Comunale di Firenze, il Comunale di Bolognail Teatro Massimo di Palermo, nonché alcuni teatri degli Stati Uniti e della Corea.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén